«Complimenti per l'organizzazione di uno dei campionati mondiali di calcio più belli, sicuri e sorprendenti degli ultimi anni. Penso che la Russia abbia dato un'immagine di freschezza, sicurezza ed efficienza a tutto il mondo».
Così, il ministro Salvini, oggi, in apertura di intervento in conferenza stampa a Mosca nella sede dell'agenzia Itar-Tass al termine dell'incontro con i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale della Federazione russa e il ministro dell'Interno russo. Terrorismo islamico, foreign fighters, contrasto all'immigrazione clandestina, lotta al traffico di esseri umani, cybersicurezza e difesa dagli attacchi informatici sono stati alcuni dei principali temi discussi.
Il responsabile del Viminale ha riferito di un «impegno comune di Italia e Russia». Sostegno alle missioni italiane per la stabilità dei Paesi del Nordafrica (Libia, Egitto, Tunisia). Scambio di informazioni nella lotta alle mafie, italiana e russa, spesso in contatto relativamente al traffico di droga e di armi. Ipotizzate pattuglie miste tra uomini e donne delle Forze dell'ordine italiane e russi.
«Come ministro e padre», ha aggiunto Salvini, «voglio stroncare quella vergogna che è la mafia del traffico di esseri umani che frutta miliardi di euro. Soldi che poi vengono investiti nell'acquisto di armi e droga».
Su l'immigrazione clandestina, invece, ha ricordato che la soluzione non è solo la condivisione all'interno dei Paesi europei degli immigranti ma «il blocco delle partenze aiutando i Paesi sul Mediterraneo (Marocco, Tunisia, Libia ed Egitto) a controllare porti, spiagge, confini e mare». L'obiettivo, come spiegato dal ministro, è quello di accogliere quella quota parte minima - inferiore al 10% degli attuali arrivi in Italia - di persone che fuggono realmente dalla guerra. «Per questi», ha aggiunto, «Italia e l'Europa saranno la loro nuova patria».
Infine, da Mosca, Salvini ha rivolto i suoi «complimenti alle forze dell'ordine che hanno arrestato altri 24 malavitosi in Sicilia e vicinanza al giornalista del Gazzettino minacciato». «Chi pensa di intimidire la stampa libera», ha concluso, «deve sapere che ha nel ministro Interno il suo nemico numero uno».