Il
Green pass "costituisce un palese strumento di discriminazione che collide con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico", poiché escluderebbe "dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo" e spingerebbe "surrettiziamente i cittadini alla vaccinazione". Con queste motivazioni è stata avviata da un gruppo di persone la raccolta firme per chiedere l’
abrogazione del Green pass: a promuoverlo è un comitato dei garanti tra i quali ci sono docenti universitari e l’ex consigliere di amministrazione della Rai
Carlo Freccero. Un decreto governativo, infatti, a partire dal 15 ottobre impone la
certificazione verde ai lavoratori pubblici e privati.
I promotori
Fanno parte del comitato organizzativo l'avvocato Olga Milanese del Foro di Salerno, il professore Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, il professor Francesco Benozzo, docente di Filologia romanza all’Università di Bologna. Nell'elenco dei garanti figurano: il professore Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione, il professore Ugo Mattei, docente di diritto civile all’Università di Torino, il professore Alberto Contri, ex presidente della Fondazione Pubblicità progresso, il giornalista ed ex consigliere di amministrazione della Rai Carlo Freccero.
Come funziona l'iter del referendum
In base all'articolo 75 della Costituzione i referendum impongono il limite di 500mila firme raccolte (o 5 Consigli regionali) per proporre a chi è chiamato a votare "l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge". La Costituzione vieta di proporre referendum abrogativi in materia di "leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali". Se vengono raggiunte le firme necessarie per proporre un referendum abrogativo, ad avere l'ultima parola è poi la Corte Costituzionale, che decide sulla sua legittimità costituzionale.
Le reazioni
Dopo
la forte adesione al referendum per la legalizzazione della cannabis ad uso personale che in pochi giorni ha raggiunto le
500mile firme, a stretto giro arrivano le reazioni sul tema: "La legge sul referendum deve essere cambiata. Con la raccolta delle firme online, la soglia delle 500mila adesioni è troppo facile da raggiungere: come diceva Stefano Rodotà, si rischia di trasformare la democrazia rappresentativa nella democrazia dell’immediatezza telematica - afferma al Corriere della Sera
Gaetano Azzariti, costituzionalista e professore ordinario alla Sapienza di Roma - con il rischio di delegittimare le istituzioni".
E Carlo Freccero, tra i promotori del referendum No Green pass, spiega i motivi della sua adesione: ''Nella versione italiana pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea del 15 giugno 2021 - afferma in una lettera al direttore de La Stampa - è stato omesso infatti un passo fondamentale del testo della Gazzetta Ufficiale Europea, e precisamente la frase relativa alle persone che 'hanno scelto di non essere vaccinate' e che, ciò nonostante, non devono essere oggetto di discriminazioni. A nulla è valsa la rettifica del 5 luglio 2021, l'attuale normativa sul Green Pass infatti, ignora totalmente l'appello a evitare discriminazioni. 'Il popolo deve avere gli strumenti per decidere' - continua - un comitato composto in gran parte da giuristi super qualificati''.
Intervenuto sull'argomento il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l'emergenza, ha detto: "Tutti gli strumenti della democrazia quando vengono adottati vanno bene quindi, ok". Poi "decideranno i cittadini sulla base delle loro scelte".