Biogen,
azienda di ricerca medico scientifica, ha annunciato di star lavorando a diversi progetti per combattere l’
Alzheimer. Il più importante riguarda probabilmente il nuovo farmaco
Lecanemab, ovvero un anticorpo monoclonale che agisce contro la malattia riducendo le placche di beta-amiloide.
L'annuncio di Biogen
Christopher A. Viehbacher, CEO di Biogen, ha parlato dell’argomento in un’intervista rilasciata ad Adnkronos Salute: “Prevediamo che per i prossimi 25 anni Biogen sarà coinvolta in modo significativo nella ricerca di nuovi trattamenti per questa malattia, oltre a fornire la terapia attuale. L’Europa ha una popolazione più anziana rispetto alla maggior parte delle altre parti del mondo e dunque l’Alzheimer è un problema sanitario molto frequente. Biogen e molte aziende anche più grandi hanno speso decine di miliardi di dollari per trovare una terapia per questa malattia e inizialmente tutti hanno fallito. Ed è proprio a causa di questi fallimenti che la comunità neurologica ha iniziato a chiedersi se valesse la pena provare a rimuovere le placche amiloidi. I problemi da affrontare sono stati diversi: portare il farmaco al cervello che è ben protetto dalla barriera ematoencefalica; capire i pazienti giusti trattare, perché le placche stesse non causano il problema, ma creano una reazione biochimica che inizia a uccidere i neuroni. E una volta che si sono persi troppi neuroni, è molto difficile ottenere qualsiasi tipo di beneficio. Quindi le prime decisioni risentivano di queste problematiche“.
Alzheimer, la svolta del nuovo farmaco
Lecanemab è il nome del nuovo farmaco progettato contro l’Alzheimer. Viehbacher ha dichiarato in merito: “È il primo ad avere la piena approvazione negli Stati Uniti e ora dobbiamo continuare a lavorare su altre cose. Oggi sappiamo che in realtà quando si manifestano i sintomi è quasi troppo tardi e che le placche si iniziano a sviluppare 10-20 anni prima di manifestare un sintomo. Quindi abbiamo avviato uno studio, chiamato ‘Ahead’, che sta cercando di esaminare i pazienti prima che manifestino i sintomi. Crediamo in tutti questi farmaci? Sì, davvero e continueremo a lavorare su questo”. La somministrazione del nuovo farmaco dovrebbe avvenire attraverso un’iniezione sottocutanea che durante l’anno successivo dovrà essere controllata e approvata.