Il 2020 è stato un anno molto complesso che ha messo in ginocchio diversi settori dell’economia mondiale. A quanto pare anche i colossi delle fotocamere hanno subito il contraccolpo della crisi; è di poche ore fa, infatti, la notizia che Nikon metterà fine alla produzione di fotocamere in Giappone. Si chiude così una storia di produzione lunga 70 anni.
Sembra infatti che per recuperare quanto perso in questi 18 mesi di pandemia, il colosso delle fotocamere abbia intenzione di spostare la produzione dei corpi macchina in Thailandia. I preparativi per il trasferimento della produzione dovrebbero essere conclusi entro la fine del 2021. Tra le altre notizie riguardanti la storica casa di produzione, sembra che stiano girando delle voci di una possibile cessione del comparto a Sony. Nel corso dell’anno passato la Nikon ha avuto gravissimi problemi economici a causa della pandemia e, anche se le cose stanno migliorando, sembra che saranno richiesti ancora molti sacrifici prima di poter tornare alla normalità.
Nikon, prospettive per il futuro
Tetsuya Morimoto, direttore della divisione europea di Nikon, in una recente intervista ha risposto a molte domande sul futuro dell’azienda. Lo stesso direttore ha riconosciuto che il celebre marchio ha subito duramente il contraccolpo della crisi e che, a causa del calo della domande, ci sono state moltissime difficoltà. Tuttavia il rimbalzo previsto per il 2021 è stato migliore di quanto pronosticato, portando a una sorta di stabilità nella situazione finanziaria dell’azienda.
Però, causa dell’incendio della AKM Semiconductor, secondo Morimoto potrebbero essere ritardi e carenze per il prossimo anno, soprattutto per alcune fotocamere che utilizzano lenti particolari. Ovviamente i danni dell’incendio non riguardano solo Nikon ma, da quello che si dice, avrebbero colpito anche Canon e Sony. Morimoto dal canto suo ha parlato solo di DSLR e degli obiettivi F-mount, cosa che potrebbe far ben sperare per le altre fotocamere con dotazioni diverse.
L’azienda comunque spera già per il prossimo anno di riuscire a uscire dalla crisi e la manovra della delocalizzazione in Thailandia potrebbe essere una delle mosse vincenti anche se sarà un duro colpo per i lavoratori giapponesi e per l’economia del paese.