Papa Francesco durante l’Angelus per la
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha parlato delle varie crisi umanitarie nel mondo che ogni giorno portano milioni di persone a emigrare e a raggiungere terre lontane; il pontefice ha inviato i cristiani a pregare per queste persone e a camminare al loro fianco per un futuro senza pregiudizi e più aperto al prossimo.
Il mondo che stiamo vivendo è destinato ad essere sempre più inclusivo, sta alle persone cercare di non lasciare indietro nessuno e a camminare insieme verso un domani più giusto e senza più guerre. Con queste parole il Papa ha invitato tutto all’impegno e a non “chiudere le porte alla speranza dei migranti”, cercando dove possibile di essere solidali e di fare il possibile per aiutare le persone in difficoltà.
Il discorso di Papa Francesco
Il mondo sta cambiando e conflitti sempre nuovi ridisegnano la geografia umana e politica dei continenti, per questo è indispensabile non dimenticare mai le persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza e che cercano nuove condizioni di vita migliori per se stessi e per i propri cari.
La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è un momento molto importante per tutti i cristiani e non solo; perché mette le persone davanti a una realtà dei fatti dura e complicata che ha bisogno dell’impegno di tutti per essere gestita nel migliore dei modi. Per questo il Papa ha chiamato in causa anche i leader del mondo per costruire un futuro di pace, dove non ci sia più bisogno di violenza e soprusi e dove tutte le persone possano vivere in armonia e in pace.
Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha inviato i fedeli ad entrare in Piazza San Pietro e a fare visita al monumento dedicato ai Migranti, per cercare di cogliere nello sguardo di quelle persone la sofferenza e la speranza che portano dietro dalle loro terre. Un invito che riguarda il mondo intero che, a prescindere dal genere, la lingua, la religione, dovrà necessariamente ripensare la propria visione delle migrazioni e aspirare a un futuro più giusto per tutti.