Con la caduta di 1/3 di precipitazioni in meno nel primo trimestre dell’anno, il ritorno della neve sulle montagne è importante per ripristinare le scorte idriche, i violenti nubifragi accompagnati da grandine che si sono abbattuti a macchia di leopardo hanno provocato pesanti danni nelle campagne provate da un lungo periodo di siccità. E’ quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che si è esteso dopo aver colpito frutteti, vigneti, ortaggi e cereali delle regioni del Nord, dalla Lombardia alla Liguria, dal Veneto al Friuli. Le precipitazioni sono importanti in questa fase – sottolinea la Coldiretti – per ripristinare le scorte di neve e acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per gli usi civici e per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni.
Ma a provocare danni sono i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente In particolare molto pericolosa è la grandine, l’evento più temuti dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi che si abbattono sulle verdure e sui frutteti – spiega la Coldiretti – spogliano le piante compromettendo i raccolti. A preoccupare – aggiunge la Coldiretti -è anche il vento forte che abbatte serre e danneggia le piante da frutto.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.