Allarme speculazione sui prezzi del legno alla segheria crollati di oltre il 30% dopo l’ultima ondata di maltempo che ha raso al suolo 14 milioni di alberi fra Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Federforeste in occasione della Giornata del Ringraziamento, l’11 novembre, che chiude tradizionalmente il bilancio di un anno di lavoro nelle campagne e che quest’anno è stata segnata da una devastante ondata di maltempo che ha provocato la decimazione di intere foreste con effetti sul piano ambientale, economico ed occupazionale.
Ai danni ambientali provocati dal vento eccezionale che ha abbattuto le piante si aggiungono ora – denuncia la Coldiretti – quelli economici con effetti sul piano occupazionale e il rischio spopolamento nelle aree di montagna. Il disastro – continua la Coldiretti – sta attirando le attenzioni degli speculatori con le piante abbattute entrate nel mirino delle segherie austriache che nei giorni scorsi hanno anche sorvolato in elicottero le aree del disastro. Per fermare un effetto valanga sull’intera produzione nazionale – spiegano Coldiretti e Federeste – il consiglio, anche per chi non si trova nelle aree colpite, è di non svendere a chi vuole il avere legno italiano a prezzi di saldo.
L’intero mercato del legno lungo l’arco alpino in Italia e oltre confine – rileva la Coldiretti – è sotto pressione con prezzi al ribasso in alcuni casi anche dimezzati con il rischio di un tracollo del valore per tutte le tipologie di legname, da costruzione, da ardere, da biomassa, da carta e da mobilio, a causa della presenza di un fiume di milioni di metri cubi di tronchi rasi al suolo dal maltempo in Italia ai quali si aggiungono quelli danneggiati in territorio austriaco.
Intanto nelle regioni italiane colpite si sta facendo largo l’idea di non piantare nuovi alberi su tutta la superficie a bosco distrutta ma gestire i territori forestali con un vero e proprio piano regolare che garantisca l’ambiente e le esigenze di rifornimento della filiera sulla base delle quantità di legno che realmente sono necessarie, oltre a ripiantare varietà autoctone, come ad esempio il larice, che meglio resistano alla violenza di eventi climatici sempre più estremi.
Coldiretti e Federforeste fanno appello all’industria del mobile e dell’artigianato di valore, che vantano primati a livello mondiale, perchè tornino ad utilizzare con responsabilità il legno italiano per superare l’emergenza e garantire un futuro ai territori colpiti. L’industria italiana è la prima in Europa, ma con legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania – ricorda la Coldiretti – a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato. Lo spazio per un rilancio della forestazione nazionale è enorme se si considera che – spiega la Coldiretti – l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di 4 miliardi nel 2017 ed un incremento del 5% nei primi sette mesi. Il tutto – precisa la Coldiretti – a partire dal recupero e la valorizzazione del legname a terra che deve veder coinvolte le comunità locali a vantaggio dell’economia e dell’occupazione in un momento particolarmente difficile.
In questa direzione vanno segnalate positivamente le numerose iniziative di solidarietà per salvare le foreste italiane promosse da diversi soggetti come #adottaunalbero della Coldiretti Veneto, una proposta forte alle amministrazioni comunali interessate affinché si facciano parte attiva condividendo il progetto “Salviamo un albero per salvare la montagna” con una azione di sensibilizzazione verso la società, i cittadini e nelle scuole anche in vista del Natale.
“Occorre creare le condizioni per trasformare una tragedia in grandi opportunità per la ripresa di un Paese che ha fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto del Made in Italy” ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i boschi italiani, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna”.
Servono incentivi per riportare allo stato preesistente quelle aree anche destinati a scegliere essenze che meglio sappiano coniugare prevenzione e paesaggio. Tutto ciò – aggiunge la Coldiretti – attraverso interventi che permettano il ripristino e la nuova creazione di viabilità forestale al servizio degli operatori forestali e dell’indotto turistico. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere, se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali. Un progetto necessario – conclude la Coldiretti – per tutelare un settore che può creare 35mila nuovi posti di lavoro su un bacino boschivo che in Italia copre un’area di 10,9 milioni di ettari.