La busta paga dei lavoratori nell’ambito della logistica vedrà un aumento di 104 euro, siglato l’accordo tra i sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil) e 24 associazioni operanti nel settore, da Conftrasporto a Confetra. Una buona notizia per i rider, i camionisti e i dipendenti di colossi come Amazon, impiegati nell’ambito del trasporto delle merci e della cooperazione, che vedranno il loro salario mensile incrementare di 104 euro. Il contratto collettivo nazionale di lavoro è stato infatti firmato dai sindacati e dalle 24 associazioni che rappresentano la categoria aziendale di riferimento, con un rinnovo destinato a oltre 1 milione di lavoratori. La scadenza del precedente accordo è datata fine 2019, mentre il rinnovo ha una valenza pari a 4 anni e 3 mesi, ovvero fino al 31 marzo 2024. L’intesa arriva dopo 15 anni, raggiunta anche grazie allo sciopero del settore indetto il 29 e il 30 marzo scorsi.
Contratto collettivo nazionale della logistica: cosa cambia
I sindacati di categoria, ovvero Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil, hanno commentato così l’accordo raggiunto: “L’intesa prevede un aumento economico, coerente con le richieste condivise dalle delegazioni sindacali, di 104 euro.” Questa cifra è suddivisa in 100 euro destinati alla retribuzione, riconosciute in 5 differenti tranche, con l’aggiunta di 4 euro di welfare contrattuale divisi in 2,5 euro per Sanilog (la sanità integrativa) e 1,5 euro destinati all’implemento del fondo garante delle prestazioni dell’Ente Bilaterale Ebilog. In aggiunta, è stato inserito un riconoscimento economico una tantum, di importo pari a 230 euro, da suddividere in tre tranche, per le mensilità non coperte dalla nuova stipula contrattuale. Inoltre, i sindacati di categoria spiegano che è stata ampiamente condivisa la creazione di una commissione bilaterale, volta a lavorare per la riforma del contratto collettivo nazionale e strutturata in modo tale da poter ideare interventi mirati alla modernizzazione dello stesso.
Infine, l’accordo si chiude con l’integrazione nel contratto degli avvisi comuni condivisi a dicembre del 2020. Si consolida dunque un’intesa unica, che va ad ampliare il numero dei lavoratori coinvolti, dai rider ai camionisti, diventando un punto di riferimento sulla contrattazione collettiva nazionale.
Lo sciopero del 29 e 30 marzo
Lo stop dei corrieri e di tutto il settore della logistica, durato 48 ore, prevedeva la cancellazione di due turni di lavoro per i dipendenti delle aziende di autotrasporto. Lo sciopero era stato indetto come protesta per il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, che era scaduto da un anno e mezzo. Il blocco aveva interessato tutta l’Italia, comprendendo, nella sola giornata di lunedì 29 marzo, anche i corrieri dei “servizi minimi”, ovvero di tutti coloro che trasportano carburante, medicinali, forniture per ospedali, animali vivi ecc. La richiesta mirava a ottenere delle risposte sui salari e all’ottenimento di normative adeguate, volte alla tutela dei lavoratori.