Secondo Nicola Zingaretti nel Lazio l’immunità di gregge sarebbe molto vicina. Ai microfoni di
Agorà su
Rai3, il Presidente della Regione parla di un’estate diversa nel quale poter riabbracciare le persone care. Intanto in tutto il Lazio la situazione vaccini è in netto miglioramento, con le dosi che continuano ad arrivare e buona parte della popolazione over 80 a cui è già stata somministrata almeno una delle due dosi di siero
Pfizer. I primi risultati, dice Zingaretti, saranno visibili già prima dell’estate.
Aumentano le dosi e aumentano anche i vari hub in tutta la regione; tutta l’Italia è ancora in una fase delicata e molto complicata ma la fine dell’incubo è ogni giorno più vicina e questo grazie agli sforzi straordinari del personale sanitario e a tutti i cittadini che hanno risposto positivamente alla campagna vaccinale.
Campagna vaccinale, i primi segnali di miglioramento
Con la diffusione su larga scala del vaccino, soprattutto nelle fasce d’età più a rischio e nei soggetti fragili, si può arrivare fino al 91% in meno di ricoveri. Così si legge in una nota della direttrice del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, Marina Davoli.
Nel Lazio un terzo delle ospedalizzazioni per Covid hanno riguardato la popolazione sopra gli 80 anni d’età e purtroppo circa il 60% dei decessi totali. Con il vaccino si cerca, anzitutto, di mettere al sicuro questa fascia di popolazione e poi chiaramente di non sovraccaricare le strutture sanitarie che in quest’ultimo anno e mezzo hanno dovuto affrontare l’emergenza in prima linea, subendo a loro volta gravi perdite.
L’immunità di gregge auspicata da Zingaretti consiste, in sintesi, nella vaccinazione della maggior parte della popolazione di un territorio in modo da limitare la circolazione e la diffusione del virus. Secondo gli attuali dati l’Italia è ancora lontana dal raggiungere questo obiettivo nella sua totalità ma, data la presenza di
regioni virtuose come il Lazio, si può puntare a un’immunità “locale” per poi passare all’intero territorio nazionale.
Al momento
sono previsti gli arrivi di nuove massicce dosi di vaccino e, fa sapere l’assessore
Alessio D’Amato, che la seconda fase della campagna di immunizzazione coinvolgerà attivamente farmacie e oltre tremila medici di famiglia in tutta la regione. Successivamente si passerà ai luoghi di lavoro dove già per il mese di giugno potrebbero partire le vaccinazioni. Il “modello israeliano” adottato nel Lazio ha dato i suoi frutti ed è stato coerente, secondo Zingaretti, concentrare i propri sforzi principalmente verso quella fascia di popolazione che rischiava maggiormente in caso di infezione. La fine della guerra è ancora lontana, ma se si procederà a questi ritmi potrebbe essere ogni giorno più vicini, questo a patto che anche la popolazione continui a dimostrarsi