Centinaia di migliaia di tartarughe marine, balene e altri mammiferi marini, e oltre un milione di uccelli marini muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento e per ingestione nei detriti marini, ovvero, i rifiuti prodotti dall'uomo che sono smaltiti direttamente o indirettamente negli oceani, nei fiumi e in altri corsi d'acqua. La maggior parte della spazzatura raggiunge i mari attraverso i fiumi e proviene da discariche e altre fonti urbane. Inoltre è ingerito dai pesci e può intrappolare gli squali, danneggiare le barriere coralline. Rifiuti comuni includono cose come mozziconi di sigarette, lattine, bottiglie, polistirolo, palloncini, accendini e spazzolini da denti.
Uno studio del 2015 ha stimato che oltre 15 trilioni (!) di plastiche sono nell'oceano e crescono ogni anno. Meno del 5% viene riciclato in tutto il mondo! Le tartarughe marine sono vulnerabili all'inquinamento degli oceani in tutte le fasi della vita, dalle uova, ai giovani agli adulti. Le sostanze inquinanti includono cose come i metalli tossici, il pcb, i prodotti petroliferi e il deflusso agricolo e industriale di contaminanti come fertilizzanti, prodotti chimici, sostanze nutritive e rifiuti non trattati. Le sostanze inquinanti, attraverso il contatto diretto possono accumularsi nei tessuti nel tempo e portare a immunosoppressione con conseguente malattia e morte.
Anche gli effetti dei cambiamenti climatici, superano di gran lunga, la loro capacita’ di adattamento. La sabbia è più calda, conseguenza dell’ aumento delle temperature si traduce in una diminuzione dei tassi di schiusa o nel loro completo fallimento. L'aumento della temperatura della
sabbia influisce anche sui piccoli, alterando i rapporti sessuali naturali, con temperature più calde che producono più femmine che maschi. Esse usano le correnti oceaniche per viaggiare e trovare la preda. Il riscaldamento delle temperature oceaniche influenza le specie migratorie modificando le correnti, la distribuzione e l'abbondanza delle specie di prede. La cattura accidentale inoltre, negli attrezzi da pesca è probabilmente la più grande minaccia per loro e molte altre specie in tutto il mondo. Circa il 40% di tutti gli animali catturati nella pesca vengono scartati come rifiuti. Mammiferi marini, uccelli marini e altre specie vengono catturati e scartati, di solito morti. Per quegli animali che vengono catturati e rilasciati feriti ma ancora vivi, il loro destino è incerto. I dispositivi di esclusione hanno ridotto la mortalita’ nella pesca a strascico, ma non sono regolamentati in tutto il mondo. Dobbiamo fare di piu’ e in fretta, loro non possono aspettare per molto ancora. Ogni volta che nelle nostre case, separiamo la plastica da altri materiali per il riciclaggio, dobbiamo essere consapevoli, che stiamo facendo tutti insieme, un grande passo per evitare che il percolato, inquini le falde acquifere, salvare le specie marine da una rapida estinzione, oltre che preservare il pesce come alimento, a noi, e alle generazioni future. Abbiamo un solo pianeta, tuttavia, gli esseri umani si stanno comportando come se ne avessero uno di riserva. Molti meravigliosi laghi, negli anni sono stati inquinati dall’uomo. I pesci sono scomparsi dall’interno di essi. L’illusione sta nel pensare che il pianeta e’ grande. Si. Ma non infinito. Madre natura, non ha la bacchetta magica, per ripulire tutto. Puo’ solo fare quello che ha sempre fatto, nutrirci. Ma noi, continuiamo a dare per scontato i suoi doni, come gratitudine per questo, continuiamo a ferirla
mortalmente, e gli effetti si incominciano a vedere.