In un recente intervento al Parlamento Europeo, Valdis Dombrovskis il commissario europeo ha parlato dei piani di rilancio messi in piedi dagli stati membri. Un progetto sicuramente ambizioso, che ha come obiettivo principale quello di rilanciare l’economia del Vecchio Mondo; lo definisce promettente Dombrovskis e con ancora qualche “limatura da fare”, ma con buona possibilità ci saranno le prime approvazioni già dai prossimi giorni.
Non ci sono ancora date certe, ma con buona possibilità e se tutto andrà secondo i piani, i primi fondi potrebbero arrivare già per luglio nel tentativo di concretizzare la ripartenza per il terzo, massimo l’ultimo, trimestre del 2021.
I piani di rilancio per l’Europa, l’ottimismo della commissione e degli stati membri
E con l’arrivo dei primi fondi si potrà cominciare a parlare seriamente di una ripartenza post-Covid, riportando l’economia di tutta Europa più o meno ai livelli pre-pandemia. Questo almeno è quello che si augurano i governi che nei loro piani di ripresa hanno cercato di trovare soluzioni efficaci ai problemi che affliggono il continente.
E non si parla solo di economia, chiaramente, ma anche di diritti e di pari opportunità; molti dei piani proposti dagli stati membri mettono al centro politiche per l’integrazione e per l’uguaglianza lavorativa e a livello legale, altri temi fondamentali per il futuro dell’Europa.
Intanto gli stati membri restano in attesa che l’esame del Parlamento Europeo volga al termine, ottimisti che i loro progetti non vengano “scartati” o smussati troppo.
Stesso discorso anche per l’Italia ovviamente, che attende i nuovi fondi per
il Piano nazionale di ripresa e resilienza, tanto caso a
Mario Draghi, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato fondi sufficienti per rilanciare l’economia e tornare in carreggiata entro i prossimi 2/3 anni. Adesso è tutto nelle mani del Parlamento Europeo ma c’è molto ottimismo nella politica perché, forse per la prima volta dalla nascita dell’UE, si pensa come un organismo unitario, schierato contro un nemico comune: il Covid e la crisi che ha generato.