Rolando Mandragora è un calciatore che milita nelle fila dell'Udinese che quest'estate lo ha prelevato dalle fila della Juventus per 20 milioni di euro. Il ragazzo, un giovane centrocampista di belle speranze, è stato il fiore all'occhiello della campagna dei friulani, squadra ambiziosa, ma non troppo, che ben sa valorizzare i suoi talenti.
Nell'ultima domenica di campionato (vittoria sulla Sampdoria per uno a zero), il giovane Rolando si è reso protagonista di un episodio che ha fatto, e farà discutere ancora: il centrocampista non è stato espulso, né ammonito da diffidato, ma è stato squalificato e salterà il match di campionato con la Fiorentina. Motivazione? Mandragora è stato colto dalle telecamere “Mentre proferiva espressioni blasfeme, individuabili dal labiale senza margini di ragionevole dubbio”.
La normativa che prevede la squalifica in caso di bestemmia è in vigore dal nove febbraio 2010 e ha mietuto più di una vittima. A dire il vero sono più coloro che l'hanno fatta franca, il caso più celebre è quello dell'attuale portiere del Paris Saint Germain, Gigi Buffon, che con le imprecazioni divine ha sempre avuto un feeling particolare, tanto da essere preso a paradigma dal trio comico 'Gli autogol'. A loro volta i tre hanno contribuito ad alimentare la leggenda delle 'smadonnate' dell'ex numero uno della Vecchia Signora, ma non è questo il punto. Il punto è che nel 2018, vale a dire a 157 anni da quando Cavour pronunciò il celebre discorso al Parlamento con il quale appoggiava Roma capitale d'Italia, sintetizzabile in 'Libera Chiesa in libero Stato' e diventato nell'uso storiografico, aforisma efficace delle idee dello statista piemontese sui rapporti tra Stato e Chiesa, siamo ancora a mettere alla gogna un ragazzo di 21 anni per aver imprecato contro il buon Dio. Ora parafrasando il tessitore degli accordi di Plombières, possiamo dire 'Libera Chiesa in libero Calcio': nel 2018 possiamo tranquillamente giungere alla secolarizzazione della bestemmia sui campi da pallone.
I comportamenti da sanzionare, nel calcio malato di oggi, sono altri: dai colletti bianchi che comprano e vendono azioni di società in operazioni al limite della truffa ai comportamenti scorretti sul calcio scommesse. Già, l'attenzione su questi temi va tenuta alta sempre, non soltanto quando qualche magistrato più solerte della media alza il tappeto con conseguente can-can mediatico. Lo stilema prevederebbe una bestemmia finale, ma evitarla ha il vantaggio di poter smascherare un'ipocrisia di fondo con una domanda 'apparentemente' innocente: è l'imprecazione a far paura o l'idea di libertà che rappresenta? Le punizioni per le bestemmie lasciamole ai reclusi del Grande Fratello e ai decerebrati che lo guardano, a noi malati del pallone non impediteci di continuare a correre (fisicamente o idealmente) in libertà sul rettangolo verde. E se ogni tanto scapperà una bestemmia, Camillo Benso Conte di Cavour, diventato primo ministro del Regno dei Cieli, abbozzerà sornione.