Arrivano nuovi aggiornamenti sul conflitto tra
Israele e Palestina (
APPROFONDICI QUI) che sta caraterizzando le ultime settimane. L'esercito israeliano ha infatti dichiarato di essere entrato nella seconda fase, dopo aver colpito oltre 450 obiettivi militari di
Hamas in diverse aree del paese. Sono state quindi inviate nuove truppe per espandere l'attività di terra con combattimenti all'interno delle città palestinesi.
Israele, continuano i bombardamenti su Gaza
Israele sta portando avanti anche i bombardamenti sul territorio israeliano, iniziati lo scorso 7 ottobre dopo un attacco a sorpresa di Hamas che ha causato 1.400 morti. Nell'attacco il gruppo terroristico ha catturato 239 ostaggi, che non sono ancora stati liberati. Daniel Hagari, portavoce dell'esercito israeliano, ha affermato che si sta facendo tutto il possibile per liberare al più presto le vittime. La difficoltà starebbe nel riconoscimento dei cittadini stranieri, fra cui lavoratori impiegati nei kibbutz, che sabato 7 ottobre si trovavano in Israele in prossimità del confine con Gaza. Per ritorsione l'esercito ebraico, con i suoi bombardamenti sulla Striscia, ha causato la morte di almeno 8.005 palestinesi. Tra questi, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, ci sarebbero 3.342 minori, 2.062 donne e 460 anziani.
L'appello dell'Onu
Per cercare di placare una crisi umanitaria che sembra non avere precedenti, è intervenuta anche l'Onu. Il segretario Antonio Guterres ha infatti affermato: "Ribadisco il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti di livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta svolgendo davanti ai nostri occhi". La situazione dei civili nella Striscia è ogni giorno più drammatica, con il cibo ed i beni di prima necessità che stanno diventanto sempre più irreperibili di ora in ora. Secondo quanto riportato dall'Unrwa, si starebbe verificando anche il crollo dell'ordine civile nelle zone colpite dalla guerra. Migliaia di persone sarebbero infatti entrate in diversi magazzini e centri di distribuzione dell'agenzia Onu nella Striscia di Gaza centrale e meridionale, alla ricerca disperata di cibo e medicine.