In Liguria la morte di Camilla Canepa fa calare la fiducia nel vaccino AstraZeneca. Dopo il 9 giugno, circa il 93-95% degli over 60 ha rifiutato il vaccino di Oxford nonostante le rassicurazioni del ministero della Salute e del Cts.
Il clima di diffidenza
Una settimana fa la disposizione che AstraZeneca e Johnson&Johnson fossero somministrati solo alle persone con più di 60 anni aveva dato nuova fiducia sull’andamento della campagna vaccinale, ma in Liguria la vicenda sulla morte della 18enne colpita da trombosi dopo che le era stata somministrata la prima dose di AstraZeneca sta creando non pochi dubbi. La maggioranza degli over 60 residenti in Liguria, che avevano possibilità di scegliere Pfizer e Moderna, ha rifiutato il siero anglo svedese e ha preferito attendere tempi più lunghi prima di poter avere la prima dose.
Quanto costa lo stop di AstraZeneca alla Regione Liguria
Continuano, quindi, le disdette in Liguria della somministrazione del vaccino di Oxford da parte della fascia autorizzata. Lo stop sta costando alla Regione “circa 15 mila dosi settimanali che devono essere recuperate da Moderna e Pfizer, fatto che rischia di mettere in difficoltà la programmazione della campagna vaccinale” ha spiegato il governatore Giovanni Toti. Il clima di diffidenza in Liguria e anche in altre Regioni è tale che al commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, è arrivata la richiesta di una nuova programmazione di vaccini non a vettore virale.
Morte Camilla Canepa, i 90 giorni della Procura
La tragica morte della 18enne Camilla Canepa ha senza dubbio contribuito a generare il clima di sfiducia, ma anche le informazioni sommarie prima della pronuncia del Cts sul da farsi. Intanto, proprio in merito al decesso della studentessa di Sestri Levante, i periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Genova avranno 90 giorni di tempo per stabilire le circostanze della sua morte. L’emorragia cerebrale emersa dall’autopsia potrebbe avere una correlazione con il vaccino. Inoltre, deve essere ancora accertato se Camilla fosse affetta da una patologia relativa alla carenza piastrinica e, in caso positivo, se ne fosse stata a conoscenza. I genitori sentiti dal magistrato continuano a negare che la figlia avesse una malattia autoimmune familiare.