G8 di Genova, venti anni dopo, cosa rimane di uno dei momenti più bui della storia italiana contemporanea? Sicuramente rimane la consapevolezza di molti di avere ragione ora come all’epoca; nonostante le botte e le violenze ciò per cui le persone hanno manifestato è diventato ancora più evidente nell’ultimo decennio. Una magra consolazione per chi ha pagato un prezzo così alto; una magra consolazione per la famiglia di Carlo Giuliani e per chi quella sera era alla Diaz, eppure è così: avevano tutti ragione.
In un periodo storico complicato come quello dove il 20% della popolazione mondiale possedeva l’80% della ricchezza, protestare sembrava la cosa più giusta da fare. E oggi che la proporzione è diventata ancora più sbilanciata con il 12% della popolazione che possiede l’85% della ricchezza globale, quei giorni di Genova sembrano ancora più attuali e necessari.
All’epoca tutte le persone arrivate a Genova per manifestare pacificamente sapevano che gli squilibri mondiali non sarebbero finiti senza un messaggio forte da parte della popolazione; eppure nessuno si aspettava il tragico epilogo che tutti tristemente conoscono.
Genova 2001, i racconti del G8
La situazione è peggiorata rapidamente a Genova. Le forze dell’ordine sono state spinte dai vertici a dare il “buon esempio” eppure ancora nessuno si spiega della brutalità e della ferocia della Diaz e delle manganellate inferte a persone comuni, ragazzi e adulti insieme per manifestare pacificamente il proprio dissenso. Perché di fianco al violento che ha attaccato a distrutto i “simboli del potere” c’erano anche le persone pacifiche che hanno cercato di fare da paciere tra le parti ma che, invece, sono finite sotto i colpi inferti senza criterio e senza nessuno sconto.
Cosa rimane del G8 di Genova venti anni dopo? Il ricordo di chi c’era e che non dimenticherà mai le violenze subite e tutto ciò che ha visto; il ricordo di chi quella notte era alla Diaz e la memoria collettiva che dopo due decenni è ancora viva e lucida e ogni anno non rinuncia a parlare di quei fatti nonostante il grande dolore.
Avevano ragione le persone che nel 2001 stavano a Genova e dopo essere stati privati dei diritti umani più basilari si sono accorti che la situazione è cambiata ma in peggio e le diseguaglianze sono ancora tali se non più profonde. Per questo oggi, dopo 20 anni, ci si ritrova tutti nella città ligure a ripercorrere quei giorni e a mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto: per non dimenticare, per non ripetere gli stessi errori e per mostrare all’Italia e al mondo intere che avevano ragione e nessuno se ne è accorto.