Italia - Furbetti del doppio reddito di cittadinanza: lo incassano due volte, in Italia e in altri paesi europei

Molti cittadini italiani che percepiscono già il sussidio in Italia, si trasferiscono in altri paesi europei senza denunciare la loro residenza all'Aire e facendo domanda per percepire il reddito di Stato anche all'estero

Redazione 09/09/2021 12:00

 
Esistono abusi che riguadano il reddito di cittadinanza: esistono diversi “furbetti” che lo incassano due volte; in Italia e in Europa. Questo quanto emerso nel corso di una importante indagine giornalistica condotta da "Repubblica".
 
Il fenomeno degli emigrati italiani all'estero
Dilaga il fenomeno degli emigrati italiani che si trasferiscono in Belgio, Germania e Olanda ma non si registrano all'Aire (anagrafe italiani residenti all’estero), così possono ottenere il sussidio anche nei paesi che li ospitano.
Un siciliano su sette percepisce il reddito di cittadinanza, ma non tutti sanno che c'è anche chi lo ottiene due volte. Si tratta del nutritissimo gruppo di furbetti del “doppio reddito di cittadinanza” che vive tra la Sicilia e il Belgio e grava sulle casse dello Stato per dieci milioni di euro. Quello che è stato denominato "l'affaire italo-belga" non sarebbe un caso isolato, visto che mete prescelte per porre in essere il parassitismo statale sono anche la Germania e l'Olanda. 
Strategie analoghe, oltre che in Sicilia si sono registrate anche in Campania, Puglia e Sardegna.
Per capire meglio questo fenomeno, bisogna partire dall’analisi del concetto di residenza. La residenza è infatti uno dei requisiti, insieme alla difficile condizione economica, per la richiesta del reddito di cittadinanza, tanto in Italia quanto all'estero. 
 
La truffa 
Chi risiede in Italia non può risiedere, contestualmente, altrove: non può, quindi, percepire il reddito di cittadinanza due volte. Chi si traferisce all'estero per periodi superiori a dodici mesi ha l'obbligo di iscrivere la propria residenza all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, con contestuale cancellazione dall'anagrafe del Comune italiano di provenienza. 
Quindi per legge deve esistere una sola residenza e nessuna ubiquità. In tutto questo, i truffatori hanno però trovato un modo per aggirare gli obblighi. L'iscrizione all'Aire, sebbene obbligatoria, è subordinata ad una dichiarazione volontaria dell'interessato, non è soggetta a controlli e in caso di inadempimento, non ci sono sanzioni. In altre parole, un siciliano che si trasferisce a Bruxelles e non si iscrive all'Aire risulta residente in Italia e per il Belgio residente nella capitale belga e nessuno dei due paesi è a conoscenza della doppia illegittima residenza del soggetto. 
Il gioco è presto fatto: per percepire il reddito di cittadinanza due volte, basta fare un biglietto per il Belgio, lì registrare la propria residenza e non comunicarlo all'Aire, basta poi presentare anche in Belgio la domanda per il reddito di cittadinanza e nessuno controlla! Si possono percepire fino a 1.300 euro al mese garantiti da Bruxelles a titolo di indennità statale. In questo modo, il presunto disoccupato che già godeva del reddito di cittadinanza italiano cumula al tesoretto belga gli 800 euro italiani, prendendo più di 2mila euro al mese. 
Si tratta però di un reato: truffa ai danni dello Stato, anzi di due Stati.
Arrivano anche numerose testimonianze di persone che per mantenere una famiglia numerosa si “arrangiano” in questo modo, salvo poi essere scoperti e processati. 
Servirebbero più controlli per far venire a galla questo fenomeno sommerso, a cominciare da un accordo internazionale che preveda lo scambio di informazioni tra l'Italia e gli altri paesi dell’UE.
 

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