Nonostante il
Green Pass obbligatorio per ristoranti al chiuso, palestre e spettacoli,
il Governo sembra non aver previsto misure riguardo le discoteche che, di fatto, restano chiuse. Una misura difficile da mandare giù per i gestori dei locali, ma il decreto covid è già stato approvato e prevede solo ulteriori ristori e un fondo per le sale da ballo. Anche il Premier
Mario Draghi ha confermato la “linea dura” e l’arrivo di ulteriori sostegni per una categoria ormai in ginocchio.
Ma se da una parte il procedimento sembra legittimo, dall’altra sono in molti a storcere il naso perché, effettivamente, sono stati fatti molti più “strappi alla regola” del dovuto in più occasioni e, ovviamente, adesso ne paghiamo le conseguenze.
Nonostante il nuovo decreto che obbliga le persone a munirsi di Green Pass, sul modello francese, non tutti possono ovviamente garantire riaperture in sicurezza. Le discoteche sono tra i settori che non possono farlo e per questo non possono riaprire. Il ragionamento del Governo è principalmente quello di evitare assembramenti incontrollati e ripetere i disastri dell’estate passata. Salvare il salvabile ma a che prezzo? E se poi le persone se ne vanno all’estero o a ballare in posti non autorizzati cosa cambia? Tutte domande legittime che al momento non hanno ancora trovato risposte.
Le reazioni della politica e dei gestori dei locali
Molto critiche le opposizioni, tra cui
Fratelli d’Italia che con
Giorgia Meloni tuona contro la decisione del Governo, aggiungendo che in questo modo ci si rende complici di un abusivismo nel settore che è ancora più incontrollato degli assembramenti in discoteca.
Stesso discorso per i gestori delle discoteche stesse che in una nota fanno sapere che faranno ricorso alla Corte di Giustizia Europea perché dopo oltre 18 mesi senza stipendio ci sono migliaia di persone sul lastrico e gli ammortizzatori sociali non sembrano sufficienti o comunque aperti a tutti. Del resto in un contesto dove si riapre praticamente tutto nessuno capisce il perché le discoteche debbano restare necessariamente chiuse; soprattutto a fronte dei grandissimi assembramenti visti nel paese dopo la vittoria dell’Italia gli Europei.
A prescindere da tutto quella del governo sembra una scelta ponderata; ovviamente il malcontento della categoria era prevedibile ed è per questo che ci si dovrebbe concentrare sui ristori e su ulteriori incentivi che potrebbero, quantomeno, salvare il settore e permettergli di tirare il fiato dopo oltre un anno di stop.