"Con i festeggiamenti per la vittoria dell'Italia alcuni ragazzi, molto giovani, hanno vandalizzato i simboli Rainbow della metro Colosseo messi da Netflix per il mese del Pride a sostegno della nostra comunità Lgbt+”. A condannare il gesto nel giorno in cui
il ddl Zan approda al Senato è
Fabrizio Marrazzo, candidato sindaco di Roma e
portavoce nazionale Partito Gay per i Diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale.
Dal lato opposto c’è Fratelli d’Italia, con i suoi deputati e senatori, che hanno organizzato un Flash mob davanti a Palazzo Madama guidato dallo slogan: “Liberi di essere, liberi di pensare". FdI in Aula presenterà anche "una pregiudiziale di costituzionalità perché questa legge è incostituzionale", ha affermato Ignazio La Russa durante la manifestazione.
Gli ostacoli al ddl Zan
Ormai ci siamo: si preannunciano ore incandescenti in vista della discussione generale sul
disegno di legge contro l'omotransfobia. Tutto rischia di essere rinviato a settembre se
Italia Viva e
Autonomie decideranno di appoggiare la scelta del centrodestra di apportare modifiche al testo attuale. L’ipotesi di arrivare al termine della riunione a un testo condiviso sembra lontana e il tanto discusso decreto-legge potrebbe tornare in Commissione.
Gli ostacoli non sono pochi. E inoltre certe assenze potrebbero incidere sull’esito del voto perché una decina di senatori del M5S non parteciperanno in aula alla seduta pomeridiana. "Assenze fisiologiche dovute ai vaccini anti-Covid", ha spiegato un parlamentare del Movimento.
L’ipotesi sui voti
I voti favorevoli potrebbero essere 143 a fronte di 176 contrari. Tutto dipenderà dal voto dei renziani e dei senatori di Autonomie: in caso di sodalizio con dem e 5 Stelle la maggioranza raggiungerebbe quota 168 contro 151. Ma nulla è scontato perché
dalle fila del centrosinistra potrebbero esserci sorprese. Resta, invece, l'intesa tra
Lega e
il partito di Giorgia Meloni mentre nel
Gruppo Misto c’è divisione: la maggioranza è favorevole al ddl Zan mentre 16 senatori sono per il "no".
Il testo di Italia Viva
Il partito di Matteo Renzi propone di eliminare ogni riferimento all’
identità di genere. Cancella l’articolo 1 del ddl Zan, cioè quello relativo a concetti di genere, sesso, orientamento sessuale e identità di genere.
Vengono punite le discriminazioni fondate su omofobia o transfobia oltre al tema della disabilità. Nel testo di Italia Viva si elimina anche l’articolo 4, sulla libertà di espressione. Infine introduce una modifica all’articolo 7, ovvero l'istituzione della Giornata internazionale contro l’omofobia, ma nel rispetto "della piena autonomia scolastica".