Il terrorismo, di fatto, non è mai stato dimenticato dall’occidente e le organizzazioni di sicurezza non hanno mai abbassato l’attenzione al riguardo, cercando sempre di tenere sotto controllo il fenomeno. Tuttavia la presa di potere dei talebani riaccende tante vecchie paure che possono avere ripercussioni importantissime sull’Europa e su tutto l’occidente.
Oltre alla
crisi umanitaria che ci troveremo a vivere nei prossimi mesi, infatti, la paura del terrorismo torna a crescere in tutto il mondo, con tutte le forze di sicurezza puntate sul web e su tutti gli eventuali canali tramite i quali i terroristi possono pianificare eventuali attentati. Al momento l’ipotesi più allarmante è quella secondo la quale l’Afghanistan possa diventare una sorta di “porto sicuro” per i terroristi che troverebbero un terreno fertile per l’estremismo e per la nascita di nuovi gruppi di combattenti.
Poi ovviamente c’è la paura di nuovi flussi migratori incontrollati verso l’Europa che potrebbero spianare la strada all’ingresso nel vecchio mondo di terroristi in incognito che potrebbero unirsi a cellule dormienti in tutto il paese.
La risposta dell’occidente
Insomma la preoccupazione dell’occidente è alta ma l’Italia e il Governo invitano le persone a mantenere la calma e a non cedere all’isteria di massa.
La minaccia è reale, è vero, ma i nostri sistemi di intelligence sono stati sempre allerta e pronti ad identificare qualsiasi minaccia sul nostro territorio.
La situazione è estremamente tesa e delicata, perché nelle prossime settimane si potrebbe assistere a una vera e propria escalation di eventi che potrebbe ridisegnare (nuovamente) gli assetti mondiali.
A fronte di ogni possibile scenario, l’Europa sta cercando di potenziare e di rendere più efficace tutti gli scambi di informazioni con il paese, nel tentativo di fornire un’analisi quanto più dettagliata possibile sull’evoluzione della situazione in Afghanistan. L’idea è quella di incentivare la collaborazione tra le varie agenzie di sicurezza Europee ed occidentali, per favorire lo scambio di informazione tra i vari servizi di intelligence a contrasto del terrorismo; così come cercare di favorire lo scambio e la collaborazione tra le istituzioni. Al centro di tutto l’idea di consolidare una strategia di prevenzione efficiente e reattiva, in grado di prevenire e bloccare tempestivamente qualsiasi tipo di rischio proveniente dal paese.
Ovviamente anche la politica è spaccata riguardo l’argomento tra chi vorrebbe trovare un dialogo con il nuovo governo talebano e chi invece ha come priorità quella di rafforzare i confini e le frontiere; stiamo parlando di una situazione in continua evoluzione che potrebbe cambiare radicalmente già dalle prossime ore, per cui è necessario mantenere alta l’attenzione, senza cedere al panico.