Italia - Dalla UE arriva il primo "si" al Prosek croato. Insorgono i produttori del prosecco italiano

I consorzi di tutela, le parti politiche e molti produttori agiranno con ricorsi alla Commissione Europea per ricevere risposte sul marchio protetto italiano "Prosecco"

Redazione 14/09/2021 13:18

 
Il Prosecco italiano viene prodotto con uve coltivate in vigneti che sono patrimonio dell’Unesco: si tratta di un marchio e di una origine protetta. Ora l’Unione Europea sembrerebbe aver accolto la richiesta di marchio tutelato registrato del Prosek croato, prodotto che ricorda quello italiano, ma solo nel nome.
 
Le iniziative
I consorzi di tutela del vino sono scesi in campo contro la decisione della Commissione europea di approvare la tutela del prodotto croato che imita quello italiano (il prosek). Subito si è precisato: "Presenteremo le nostre osservazioni in Ue, abbiamo due mesi di tempo". E Sandro Bottega, produttore di prosecco trevigiano, ha affermato: "Noi rispettiamo le etichette straniere, gli altri Paesi facciano lo stesso e l'Unione Europea ci dia garanzie". 
Al Ministero delle Politiche agricole e dei Consorzi di tutela si è già deciso il da farsi: ci sono due mesi di tempo per dare battaglia in Europa e difendere il vero Prosecco - quello italiano, che nasce dalle uve Glera sulle colline trevigiane patrimonio Unesco. Questo prodotto va difeso dalle imitazioni, nel caso specifico dal “Prošek” croato. Il nome di quest’ultimo evoca clamorosamente l’originale veneto, esempio di quell’italian sounding – il fenomeno dell’uso di parole simili ai nomi di marchi e prodotti nostrani – così odiato dai produttori del made in Italy. 
La Commissione europea ha annunciato che procederà alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale 'Prosek' da parte delle autorità croate. Da questo momento ci saranno sessanta giorni per presentare ricorsi e obiezioni. Il via libera, al vino croato da parte dell’Unione Europea ha fatto infuriare viticoltori e mondo della politica. A partire dai due consorzi di tutela, del Prosecco Doc e Docg, fino al governatore del Veneto, Luca Zaia, e all'eurodeputata leghista Mara Bizzotto che ha presentato un’interrogazione urgente.
 
Le rivendicazioni
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ha commentato: “Dall’Europa ci aspettiamo la tutela dell’autenticità dei nostri prodotti. Prosecco è da sempre nell’immaginario collettivo un brand italiano sinonimo di qualità. Operazioni come quella a cui stiamo assistendo non fanno altro che fuorviare il consumatore, che comprerà un prodotto croato pensandolo italiano. Il 25% del Prosecco si imbottiglia in Piemonte e la nostra regione ha contribuito ad affermare questo vino nel mondo. Pertanto non resteremo fermi di fronte a questo assurdo provvedimento e ci mettiamo a disposizione del Veneto e del presidente Zaia, per sostenere qualsiasi azione decideranno di portare avanti contro questa decisione”.
L’osservatorio Wine Monitor del vino di Nomisma guidato da Denis Pantini, ha messo in luce come nel 2020 il Prosecco Doc abbia toccato quota 500,4 milioni di bottiglie (a cui si aggiungono i 92 milioni del Valdobbiadene Prosecco superiore Docg). L’export italiano ha superato il miliardo di euro anche lo scorso anno (1,2 miliardi, nel 2019 era stato 1,05 miliardi). Nel primo semestre di quest’anno, inoltre, si è registrato un +31% rispetto allo stesso periodo 2020. 
“Se non c’è chiarezza neanche all’interno dei confini europei, diventa difficile difendersi dai paesi terzi che scimmiottano con nomi evocativi le nostre produzioni”, riflette Pantini (tutti ricorderanno il “Parmisan”). 
Il Prošek croato, poi, non ha un gran mercato, come sottolinea il produttore veneto Innocente Nardi, già presidente del Consorzio del Prosecco Docg. Nardi ha precisato: “Ha una diffusione limitata, nazionale e locale”. Ma – aggiunge Pantini – “se l’Ue darà il via libera alla menzione di tutela di certo la produzione aumenterà”. In quest’ottica si creerà una gran confusione tra i consumatori per il vero prosecco. 
Per questo motivo i produttori protestano: "la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek é sconcertante. L'impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene risultano seriamente minacciati. Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco ma anche per non creare pericolosi precedenti. L'Italia è ricca di prodotti simbolici amati in tutto il mondo e la loro difesa è fondamentale per l'economia italiana"”, dice Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg.
Per Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, “la faccenda non è affatto conclusa, ma non saremo soli: presenteremo le osservazioni insieme ad altre forze che si stanno unendo a noi, consapevoli della gravità che tale eventuale approvazione da parte della UE creerebbe”. 
Si appella alla politica Sandro Bottega, leader nella produzione di Prosecco con la sua azienda trevigiana da 60 milioni di fatturato. Per Bottega, il Prosecco esprime una tipicità di cui l’Italia è ambasciatrice. Oltre il 75% dei prodotti con italian sound vengono dall’estero. I produttori italiani rispettano le leggi, ma gli altri non fanno lo stesso. È necessario un intervento governativo dei ministri di Esteri, Agricoltura ed Economia che devono porre in essere misure di tutela; è evidente che l’Europa non rispetta la produzione e la storia del nostro paese e deve essere attenzionata sull'argomento. 

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