L’Italia ha definitivamente abolito la censura cinematografica. Con un decreto specifico, il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha confermato come lo Stato abbia rinunciato alla a possibilità di vietare la diffusione in sala e alla censura delle opere cinematografiche, a beneficio della libertà di espressione degli artisti. Il decreto ha, inoltre, istituito la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura che si occuperà della classificazione delle opere cinematografiche. Questa commissione sarà presieduta da Alessandro Pajno, Presidente emerito del Consiglio di Stato, e sarà composta da 49 membri scelti tra esperti e professionisti nel cinema e nell’area pedagogico-educativa relativa alla tutela delle diverse categorie ritenute a rischio.
Come funziona l’abolizione della censura cinematografica?
In poche parole, quello che avverrà nel mondo del cinema sarà una sorta di autoregolamentazione che conferirà ai produttori e ai distributori la facoltà di classificare una pellicola. La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, invece, avrà il ruolo di dare verificare la congruità di tali decisioni. Ovviamente questo sarà valido solamente per i film in uscita nelle sale cinematografiche, mentre non riguarderà assolutamente la visione di contenuti sulle piattaforme di streaming. Quindi, per tutte le pellicole che NON usciranno in sala, la responsabilità di vigilare sarà delegata alle famiglie che dovranno controllare in autonomia i contenuti. Le opere comunque saranno classificate in base al pubblico di destinazione con le categorie già esistenti quali: film per tutti, non adatti ai minori di sei anni, vietati ai minori di 14 anni (o 12 con la presenza di un adulto) e prodotti vietati ai minori di 18 anni (o 16 con la presenza di un adulto.
Censura cinematografica, la storia del fenomeno.
La censura cinematografica affonda le sue radici nel secondo dopoguerra, quando ha colpito duramente tutte quelle opere ritenute “non convenzionali”. Tra i film vittime di questa censura ricordiamo buona parte dell’opera di Pier Paolo Pasolini, “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti e molti altri. Fino agli anni ‘60 sono state moltissime le pellicole a subire tagli e “riscritture” ma con l’arrivo dei governi di centrosinistra la situazione è andata gradualmente migliorando, limitando l’azione dei censori ai soli film che fossero ritenuti offensivi al buon costume.
Allo stesso tempo però, a un graduale ammorbidimento delle misure di controllo da parte dello Stato, è corrisposto un sempre maggiore intervento da parte di cittadini o associazioni pronte a chiedere il sequestro di quelle opere considerate indecenti. Molti dei film considerati oggi dei capolavori del cinema italiano e non solo, all’epoca, sono stati ritenuti offensivi per la morale collettiva; tra questi ricordiamo “Mamma Roma”, “Blow-Up”, “Teorema” e moltissimi altri insospettabili. A testimonianza di come le operazioni di taglio e censura abbiano stravolto molta della cinematografia nostrana, sul web è apparso il sito www.cinecensura.com, che mostra le opere censurate nel nostro paese e ne approfondisce i contenuti.