Con un prodotto alimentare su quattro in vendita sugli scaffali nazionali che richiama spesso a sproposito l’italianità, la sentenza della Corte Ue sulla tutela dei prodotti a denominazione di origine (Dop) rappresenta un precedente storico anche per la tutela del vero Made in Italy a tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il pronunciamento dei giudici europei secondo il quale l’uso di segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all’origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio.
Per fare leva sul patriottismo nei consumi il tricolore sventola sul 14% delle confezioni alimentari ma in ben il 25% dei prodotti sugli scaffali c’è comunque un evidente richiamo all’italianità non sempre giustificato, secondo un’analisi Coldiretti su dati dell’Osservatorio lmmagino. Un grave danno per i produttori agricoli italiani ma anche una beffa per quei 2 consumatori su tre che sono disposti a pagare anche il 20% in più pur di garantirsi l’italianità del prodotto che si portano a tavola. La situazione è ancora piu’ preoccupante all’estero dove – spiega la Coldiretti – si utilizzano impropriamente bandiera, parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
L’Italia ha il primato europeo nei prodotti a denominazione di origine Dop/Igp con il sistema nazionale di qualità “Food and wine” che conta su 822 specialità riconosciute che – sottolinea la Coldiretti – sviluppano un valore alla produzione di 15,2 miliardi. Per tutelare il vero Made in Italy la Coldiretti ha promosso insieme ad altre nove organizzazioni l’Iniziativa Europea dei Cittadini “EatORIGINal – Unmask your food” per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, Nello specifico – sottolinea la Coldiretti – questa proposta d’iniziativa dei cittadini si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Ue. La petizione chiede di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare. Il sito per sottoscrivere l’iniziativa