Non è ancora stato risolto il
grave attacco hacker che ha colpito i sistemi informatici della
Regione Lazio: si tratta di un “ransomware”, ovvero un virus informatico che avrebbe l'obiettivo di bloccare i dati e i sistemi della vittima per ottenere
un riscatto da pagare in bitcoin. Nel mirino c'è il Centro elaborazione dati (CED), che gestisce l’intera struttura informatica regionale, disattivata immediatamente dai tecnici della Regione. Disagi ci sono stati anche nella
campagna di somministrazione del vaccino contro il Covid, altra area interessata dall'attacco hacker.
Campagna vaccinale a rischio
L’assessore alla Sanità, Alessandro D’Amato, ha voluto comunque rassicurare che "non c’è stata alcuna interruzione" della campagna vaccinale e che le somministrazioni di vaccino già prenotate proseguiranno. Non sarà possibile invece prenotare nuove somministrazioni, a causa del blocco del sistema. In merito ai dati delle persone vaccinate e registrate nell’anagrafe vaccinale regionale prima dell'attacco, saranno momentaneamente registrati nell’anagrafe nazionale. Non è ancora chiaro, però, come ci si regolerà con l’emissione automatica dei
Green Pass.
Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha definito l'episodio "un fatto gravissimo, che blocca un servizio fondamentale".
Task force di esperti
Intanto, nella sede della Regione è pronta una squadra di esperti del Centro nazionale anticrimine informatico a dare ulteriore supporto ai tecnici già impegnati da ieri. Franco Gabrielli, autorità delegata del governo Draghi per la sicurezza della Repubblica, ha rilevato che "sulla cybersicurezza l’Italia deve correre". Gabrielli nel corso di un'intervista a Repubblica ha spiegato che a differenza del nostro Paese "Germania e Francia si sono dotati di un’Autorità nazionale di resilienza cybernetica già da molto tempo".