Pillola anti Covid: la città marchigiana di Ascoli Piceno sembra essere in pole position per la produzione della pillola anti-covid da usare come terapia all'insorgere dei primi sintomi della malattia.
Lo stabilimento di Campolungo della Pfizer è per ora uno dei più probabili candidati: la prima fase di sperimentazione negli USA mostra buoni risultati.
Lo stabilimento Pfizer di Ascoli candidato principe per la produzione della pillola anti-covid
Lo stabilimento Pfizer di Ascoli sito nella zona industriale “Campolungo” sembrerebbe un buon candidato per la produzione della nuova pillola anti-Covid, attualmente in fase di sperimentazione negli USA.
Il colosso farmaceutico è infatti a buon punto nei test sperimentali del Pf-07321332. Si tratta del farmaco sul quale sono riposte tante aspettative e speranze nella lotta contro il Coronavirus e che già entro la fine dell’anno potrebbe essere prodotto per il pubblico o quantomeno ottenere il via libera alla diffusione (
come per altri farmaci sperimentali).
In questa prospettiva, se tutto andrà per il meglio e secondo pronostici, ci sono buone probabilità che il medicinale venga prodotto nello stabilimento di Campolungo, l’unico, assieme a quello di Catania, presente in Italia oltre alle sedi legali di Milano e Roma. L’azienda farmaceutica avrebbe già fornito conferme sul fatto che possa essere utilizzato proprio lo stabilimento Pfizer ascolano per produrre l’importante pillola. Il farmaco ha già dato buoni risultati durante la prima fase di sperimentazione e in questo periodo è sottoposto alla fase 2/3. Se l’efficacia di questo nuovo strumento dovesse essere accertata, si riusciranno a ridurre drasticamente gli effetti più gravi della malattia: basterà assumere una pasticca con un sorso d’acqua non appena iniziano ad insorgere i primi sintomi del virus.
Diffusione e commercializzazione
Probabilmente, per la diffusione su
larga scala di questo farmaco, si dovrà attendere ancora un po’ di tempo, ma la produzione potrebbe già partire con l’inizio del nuovo anno. Il condizionale in questi casi è d’obbligo per ogni minimo passaggio sperimentale o burocratico che sia, ma fin dai primi giorni di settembre i vertici della multinazionale statunitense hanno dimostrato fiducia e ottimismo sugli effetti positivi della nuova pillola. Tecnicamente questo farmaco viene definito un inibitore della proteasi e si basa su un principio attivo finalizzato a bloccare l’enzima che consente al virus di replicarsi all’interno delle cellule umane. Attualmente,
gli stabilimenti italiani di Pfizer non si occupano della produzione dei vaccini, poiché per tutta l’Europa vengono realizzati nella sede belga dell’azienda.
Si aspetta di sapere quale stabilimento produrrà invece la nuova pillola e chissà che non possa essere proprio quello che ha sede ad Ascoli. Per la sede di Campolungo sarebbe un bel riconoscimento prima di tutto in termini di prestigio, ma i benefici sarebbero anche economici per la comunità locale, viste le buone ripercussioni in termini occupazionali che questa produzione potrebbe portare.