Una notizia sconcertante quella lanciata da Cyber News: circa 500 milioni di profili LinkedIn sono stati venduti sul dark web. Insieme ai profili, sono stati messi in vendita anche indirizzi e-mail, link a profili di altri social network, informazioni e dettagli professionali, e persino numeri di telefono.
Un vero e proprio attacco e una frode nei confronti del “social del lavoro” più famoso e usato al mondo, i cui dati rubati potrebbero essere utilizzati per mettere in atto delle truffe online a discapito degli utenti.
Una cosa simile era già accaduta in passato a un altro social, Facebook: nel 2019 vennero rubati i dati personali di milioni di iscritti, che poi riapparvero online.
Oggi invece, è toccato a LinkedIn. Ma, come scrive Cyber News, “Non è chiaro se i cybercriminali stiano vendendo profili aggiornati oppure se le informazioni siano state prese da una precedente violazione subita da LinkedIn oppure da altre aziende.”
Cosa bisogna fare e come bisogna agire per mettersi al riparo? Per proteggere la propria privacy e tutte le informazioni personali occorre cambiare immediatamente le password per accedere al profilo LinkedIn. Inoltre, è opportuno anche modificare tutte le credenziali di accesso degli account collegati allo stesso profilo social. Un ulteriore step per proteggere i propri dati personali è rifiutare qualsiasi richiesta di collegamento da parte di persone sconosciute oppure senza foto profilo.
Cos’è il dark web
Il dark web è una porzione della rete non indicizzata, che conta diverse pagine con dominio “.onion”.
Nello specifico il dark web è stato creato dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti con l’obiettivo di consentire una comunicazione sicura e anonima al tempo stesso. Dal 2004 è divenuto uno spazio pubblico accessibile a tutti ma, al suo interno, si è sviluppato un commercio illegale, un mercato nero, impossibile da controllare e dove si possono vendere informazioni e dati personali in anonimato, o addirittura acquistare droga, armi e avere accesso a materiale illecito.